Spettacoli, proiezioni, workshop, concerti e altri eventi
Il tema di quest'anno ruota attorno alle celebrazioni per i 90 anni di "Freaks" di Tod Browning. E al concetto di freak.
freak 〈frìik〉 s. ingl. [in origine «capriccio, ghiribizzo», poi anche con altri sign., tra cui «essere abnorme, mostro o capriccio di natura»] (pl. freaks 〈frìiks〉), usato in ital. al masch. e al femm. – Termine introdotto negli anni Settanta per indicare chi, spec. tra i giovani, rifiutava apertamente le ideologie, così come le norme e i modi comuni di comportamento sociale, adottando comportamenti anticonvenzionali e anticonformistici.
Per altre comunicazioni scrivi alla email info@approdifuturi.it
Laboratorio in presenza
dal 22 al 25 luglio
con i seguenti orari:
22 – 24 dalle 10 – 18
25 dalle 15 alle 22
MAGAZÌN
Via del San Michele, 42
Gorizia
ISCRIZIONI: scrivi un’email all’indirizzo
approdifestivalts
@gmail.com
INFO:
Lorenzo Acquaviva 348.3050175
Lorenzo Zuffi 320.0639063
MARAT/SADE non è un’opera sulla rivoluzione, ma produce la sua rivoluzione.
È come un reattore nucleare che fonde le sue particelle e rilascia energie che in ogni momento minacciano una catastrofe.
A CHI E’ RIVOLTO:
ad allievi-attori o a persone interessate ad esplorare la recitazione e il tema del laboratorio in un percorso volto ad una presentazione finale del lavoro.
OBIETTIVI:
sviluppo della qualità di presenza scenica; approfondimento della capacità relazionale in scena. Approfondimento della consapevolezza di sé e degli altri.
CONTENUTI:
lavoro fisico ed interpretativo incentrato sulla creazione di un personaggio, sulla qualità di presenza e di relazione con gli altri personaggi. Lavoro di improvvisazione corale e non, a partire dai temi dell’opera di P. Weiss.
Presentazione pubblica del lavoro.
NECESSITÀ:
1) Aver letto il testo integrale.
2) Avere a memoria almeno UNA scena fra le seguenti: 2. Prologo – 4. Presentazione – 6. Irrequietudine soffocata – 9. Prima visita Corday – 10. Canzone e pantomima dell’arrivo della Corday a Parigi – 15. Proseguimento del colloquio tra Marat e Sade – 18. Sade se ne infischia di tutte le nazioni – 19. Prima concione di Jacques Roux – 23. Secondo colloquio fra la Corday e Duperret – 24. Queste Chiacchiere che corrono – 29. Preparazione alla terza visita – 30. Terza e ultima visita della Corday – 33. Epilogo
PRESENTAZIONE:
La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentati dai filodrammatici di Charenton sotto la guida del Marchese de Sade correntemente abbreviato in Marat / Sade, è senza dubbio uno dei drammi più interessanti e nuovi dell’intero dopoguerra mondiale. Vita e morte di Marat, l’uomo più radicale della Rivoluzione francese, vengono messi in scena, tredici anni dopo la fatale coltellata di Charlotte Corday, dagli internati del manicomio di Charenton, nei pressi di Parigi, manicomio dove Sade venne realmente rinchiuso tra il 1801 e il 1814 e che qui lo vede regista della pièce stessa. Ne risulta un’opera provocatoria, virtuosistica, performativa, in cui raccapriccio e umorismo popolare, dialogo intellettuale e accessi di follia, pathos solenne e gergo volgare, rigore del teatro classico e spavalderia sfumano l’uno nell’altro, in un gioco di “teatro nel teatro” ambientato su piani temporali diversi che si chiariscono e si interpretano a vicenda, coinvolgendo e turbando il pubblico, in una continua oscillazione fra il teatro di Artaud e quello di Brecht.
NOTE ULTERIORI AL TESTO:
Il teatro di Weiss non mira mai al puro intrattenimento ma, sulle orme di Bertolt Brecht, è documento e atto di accusa, con il pubblico chiamato a essere non uno spettatore passivo, ma un giudice o un critico, non solo della rappresentazione quanto dei temi trattati, che non sono mai astratti, ma riguardano tutti. In quest’opera, il Marat -Sade si gioca tutto sul confronto tra Marat – l’amico del popolo, anzi dei ‘sanculotti’ – un rivoluzionario utopico ed intransigente nella difesa degli ideali di ragione e libertà e il Marchese De Sade dal nichilismo aristocratico, che sconfina in un anarchismo ante litteram, sull’impossibilità di successo della Rivoluzione (nello specifico quella francese del 1789) a causa del suo astratto idealismo che non teneva sufficientemente conto della natura umana.
Tutto avviene all’interno del manicomio di Charenton dove il marchese de Sade, ivi rinchiuso durante l’epoca napoleonica, decide di allestire una rappresentazione teatrale dell’assassinio di Jean-Paul Marat. Gli attori sono i pazienti del manicomio stesso e ben presto divamperà lo scontro fra lo scettico e disilluso intellettuale anarchico Sade e l ‘utopia visionaria incarnata del rivoluzionario Marat.
L’azione scenica si svolge su due diversi livelli: il primo è il dramma in sé, il secondo è costituito dalle continue interruzioni e dai battibecchi che si svolgono tra gli attori, il regista (Sade) e il direttore del manicomio.
Scritto da Peter Weiss nel 1963 e rielaborato, per la stesura definitiva, nel 1964, venne rappresentato per la prima volta allo Schiller-Theater di Berlino il 29 aprile 1964, regia di K. Swinarski.
Direzione artistica: Lorenzo Acquaviva
Produzione e organizzazione: Giampaolo Andreutti e Barbara Desiante
Social Media, Adv e Web: Gianluca Guerra
Amministrazione: Agi Zapart
Illustrazione: Jan Sedmak